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“In nessun altro Paese lo sfruttamento che c’è in Italia” La presidente della Camera LAURA BOLDRINI ha ricevuto il 07 novembre 2017 una delegazione di giornalisti.

“In nessun altro Paese lo sfruttamento che c’è in Italia”  La presidente della Camera LAURA BOLDRINI ha ricevuto il 07

“In nessun altro Paese lo sfruttamento che c’è in Italia” 

Presidente della Camera LAURA BOLDRINI

La presidente della Camera LAURA BOLDRINI ha ricevuto il 07 novembre 2017 una delegazione di giornalisti.

Tra i temi al centro dell’incontro: la proposta di riforma della intercettazioni, la qualità dell’informazione, la lotta al precariato nel settore giornalistico, le fake news, i linguaggi d’odio, la violenza sulle donne.

“Non possiamo pretendere informazione di qualità da chi viene pagato 10 euro a pezzo e senza contratto”. La presidente della Camera riceve una delegazione di giornalisti. “In nessun altro Paese lo sfruttamento che c’è in Italia”

Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha ricevuto a Montecitorio una delegazione di giornalisti composta da rappresentanti della Federazione nazionale della stampa italiana, delle associazioni Articolo21 e Giulia Giornaliste e della sala stampa del Sacro Convento di Assisi.

“La professione giornalistica si sta giocando il proprio futuro: o saprà essere autorevole, e saprà investire sulla forza umana e sulla forza lavoro, o sarà la fine e le persone non si fideranno più di nessuno”.

“L’unica speranza per il mondo dell’informazione è fare un giornalismo di qualità”, ha detto Boldrini, “ma per fare questo è necessario che i giornalisti siano ben pagati. Non puoi pretendere indipendenza e qualità da chi è pagato 10 euro a pezzo e per poter avere uno stipendio deve far un gran numero di articoli, per di più senza la tutela di un contratto”.

Presidente della Camera LAURA BOLDRINI

Laura Boldrini :

“Se si danno fondi pubblici all’editoria, gli editori dovrebbero usare queste risorse per diminuire il precariato, che invece sta aumentando e di conseguenza diminuisce la qualità dell’informazione. Lo sfruttamento che c’è nei giornali italiani non esiste in nessun altro Paese. Se i giornalisti non sono ben pagati e garantiti a rimetterci è il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati e, in ultima analisi, la democrazia stessa”.

INTERVISTA alla Dott.ssa ANCA A. MIHAI

Dott.ssa Anca Mihai

Dott.ssa Anca Mihai la tua esperienza da Giornalista / Studente ?
Ho cominciato la carriera giornalistica in Romania, nel 2003.
Ero ancora una studentessa alla Facoltà di Giornalismo presso l’Università dell’Ovest di Timisoara. Nella programmazione didattica di quell’anno era previsto un corso di giornalismo radio con dei laboratori che si svolgevano negli studi di Radio Timisoara, con giornalisti professionisti e con esperienza. In seguito alla prima lezione, avevo fatto domanda per uno stage non pagato presso la loro redazione.
Cercarsi un lavoro durante gli studi è una pratica abituale per gli studenti romeni.
È l’unico momento della vita quando accettano i lavori non pagati presentati come stage per fare curriculum. Siccome in Romania la professione giornalistica non è regolata da un Ordine, per i giovani è più facile entrare in questo mondo e decidere se rimanere.
In una redazione, poi, avviene la selezione naturale dei professionisti.

Dott.ssa Anca Mihai la laurea equivale ad uno stipendio?

Dopo soli due mesi ebbi l’opportunità di superare un concorso interno e divenni così, il reporter a pieni titoli nella redazione culturale.
Guadagnavo uno stipendio che mi permetteva di pagarmi un affitto a Timisoara. L’orario di lavoro, invece, non era ben definito e così, nell’ultimo anno di studi, ho fatto tanta fatica a sostenere i ritmi. Dopo la laurea sono rimasta a lavorare un altro anno a Radio Timisoara. Miravo ad un contratto indeterminato e nella radio pubblica c’erano poche probabilità e tanti reporter senior che lo aspettavano.
Così feci un concorso presso la Redazione Italiana di Radio Romania Internazionale.
A 23 anni avevo ottenuto un contratto indeterminato e uno stipendio che mi ha permesso di vivere a Bucarest nei 6 mesi di permanenza.
Nel 2005 ho lasciato la Romania per continuare gli studi in Italia.

Dott.ssa Anca Mihai

Dott.ssa Anca Mihai ci descrivi la Tua esperienza di Corrispondente dall’estero ?

Mentre studiavo all’Università Sapienza di Roma ho cominciato la prima esperienza come corrispondente dall’estero per Radio Timisoara. Guadagnavo 25 euro per ogni servizio giornalistico ma non essendo la mia fonte principale di guadagno (per pagarmi gli studi, i primi anni ho lavorato per una catena alberghiera in ufficio prenotazioni). La vera svolta professionale arrivo nel 2007 quando il principale quotidiano di Bucarest, Adevarul (“La Verità”) mi assunse con uno stipendio di 1.200 euro al mese (più il rimborso dei viaggi). Per tre anni ho girato l’Italia per scoprire le storie positive sui romeni, senza preoccuparmi di soldi. Nel 2010, il quotidiano chiuse la redazione in Italia ed io cominciai il lavoro presso l’Agenzia Nazionale di Stampa Romena Agerpres, con un contratto di collaborazione che ammontava quasi mille euro al mese, per un lavoro meno dinamico.

Dott.ssa Anca Mihai

Dott.ssa Anca Mihai chi sceglie di diventare giornalista, in Romania, quali possibilità ha ?

Chi sceglie di diventare giornalista, in Romania, sa che ha due possibilità: vivere una vita modesta con uno stipendio decente oppure avere un’incredibile fortuna per arricchirsi. Una cosa è certa, tanti o pochi soldi, una volta nato con il morbo del giornalismo, non c’è cura sul mercato e, se costretto a fare un altro lavoro per vivere, il giornalista vivrà non poche frustrazioni.

Dott.ssa Anca Mihai

 

Domenico Leccese

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