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PACE PROVA IL BLITZ SULLA PRESIDENZA SCATENANDO LA FUGA DAI BANCHI

POTENZA. Tira e tira la corda prima o poi si spezza. E così ieri per l’ennesima volta non si è

POTENZA. Tira e tira la corda prima o poi si spezza. E così ieri per l’ennesima volta non si è registrata una pagina molto edificante per la massima assemblea legislativa della Regione Basilicata. All’ordine del giorno erano inseriti importanti provvedimenti e disegni di legge. Ma non si è fatto in tempo a fare nulla perchè dopo nemmeno un’ora effettiva di seduta (escludendo la sospensione per la riunione dei capigruppo) in aula è venuto a mancare il numero legale dei consiglieri presenti in aula. Non è certo una novità. Anzi. Ormai è prassi. Sono mesi che questa è la regola. Ma le altre volte almeno si riusciva a svolgere il “compitino” prima del solito stratagemma di far mancare il numero legale per evitare la conta sul rinnovo della presidenza del Consiglio. Ieri invece il tutto è saltato praticamente all’inizio della riunione. Tranne questo la motivazione è la medesima: non c’è accordo su chi debba essere il prossimo presidente del Consiglio regionale. In realtà il successore ci sarebbe almeno secondo gli accordi di quasi due anni fa: Aurelio Pace di area moderata sarebbe dovuto subentrare all’altro consigliere di area centrista Franco Mollica. Ma tra il dire e il fare come è noto ci passa il mare. E così sono sei mesi che l’Ufficio di presidenza uscente resta al suo posto in regime di prorogatio. E anche ieri la seduta consiliare di ieri si è infatti conclusa prima che si potesse arrivare a insediare il seggio per la votazione. Il patatrac, secondo autorevoli indiscrezioni, ieri però sarebbe avvenuto per un motivo preciso. Da quanto si è appreso il consigliere Pace avrebbe “forzato” per arrivare comunque al voto. Comunque non si poteva subito perché in ogni caso erano assenti esponenti della “sua” personale maggioranza. E quindi attendendo il ritorno di Vincenzo Robortella che oggi sarebbe stato presente era pronto il blitz: convocare a un certo punto della riunione di ieri la riunione dei capigruppo e poi decidere per una sospensione dei lavori da aggiornare a stamani. Ma quando la voce è circolata in aula (sempre secondo le fonti) il consigliere del Pd Lacorazza ha preso “armi e bagagli” e per una sorta di protesta silenziosa ha lasciato l’aula. Subito dopo durante una votazione su un rinvio di un disegno di legge in Commissione non era tra i banchi nemmeno Romaniello (Mdp). E con Napoli e Castelluccio che hanno preferito non votare il risultato è stato la mancanza del numero legale. Al momento dello stop dei lavori erano presenti nell’aula solo 9 consiglieri: Benedetto, Bochicchio, Bradascio, Cifarelli, Giuzio, Castelgrande, Mollica, Pace e Polese. Risultato? Tutti a casa e lavori consiliari rinviati di ben due settimane con tutti i provveddimenti che restano al palo. A chi serve questo stato di cose con un’attività consiliare praticamente imballata? Ai lucani no di certo.

DI SALSAN

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