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QUESTO TEMPO NON PREMIA PIU’ LE FURBIZIE

di Salvatore Santoro POTENZA. Il caldo torrido delle scorse settimane sembra essersi tirato un pò indietro. Si profila un fine

di Salvatore Santoro
POTENZA. Il caldo torrido delle scorse settimane sembra essersi tirato un pò indietro. Si profila un fine estate più fresca. Per il clima. Non certo per quanto riguarda la vita politica e istituzionale della Basilicata. Dove il barometro segna sempre ad “agitato”. Ne parliamo con il presidente della Regione Marcello Pittella.
Presidente se dovesse darsi un voto per quanto fatto finora si promuoverebbe o rimanderebbe a settembre?
«Lasciamolo dire agli elettori. Io ho consegnato loro tanta fatica e il mio amore per questa terra, oltre a risultati oggettivi. Valutassero loro dove eravamo 4 anni fa e dove siamo oggi. E non so se hanno voglia di consultare gli ultimi positivi dati Svimez e della Banca d’ Italia. A me basta la considerazione che la Basilicata ha guadagnato in Italia e nel mondo oggi».
A proposito di settembre, quali le priorità per la ripartenza?
«Si continua con i bandi su occupazione ed impresa; scuola digitale; reddito minimo e povertà naturalmente; dossier Matera2019; riorganizzazione della forestazione; lavoreremo sulle Zes. Da settembre poi raccoglieremo i frutti di quanto già fatto; penso al Campus di Melfi ad esempio… e poi c’è tutta la “normale” amministrazione che richiede costanza ed attenzione».
Mi rifiuto – visto che ormai se ne parla pure nei “peggior bar di Caracas” – di farle la domanda se ha deciso di ricandidarsi alla presidenza della Regione o prendere i “voti” per il Parlamento… vuole dirmi qualcosa che non sa ancora nessuno?
«Nulla che non si sappia. Continuerò a lavorare fino all’ultimo giorno della mia legislatura per questa regione. In quel momento tutti insieme decideremo».
Una domanda invece glie la voglio fare pur rischiando di non essere originalissimo. La Sanità lucana sta superando forse anche il petrolio in termini di polemiche e scontri territoriali. Perchè?
«Ogni riforma e ogni riorganizzazione per quanto ritenuta da tutti necessaria si scontra con le rendite e le abitudini. L’attuale riorganizzazione è un passo indispensabile per mettere in sicurezza tutti gli ospedali garantendo migliore risposta in qualità. Ho proposto un azienda unica e non è andata bene alla maggior parte; ho proposto due aziende e non sono andate bene; ho compreso allora che la politica, come la società lucana, ha bisogno di essere accompagnata gradualmente e non abbiamo rinunciato a riattivare la riorganizzazione attuale. Da più parti si sono levate proteste per paventate chiusure o ridimensionamenti. Non tutte le proteste, devo dirle, sono state genuine. E abbiamo dimostrato come sfidando il consenso questa regione finalmente decide di andare avanti. Per anni la politica della palude l’ha fatta da padrona consegnandoci una eredità pesantissima. Potevo far finta di non vedere e dunque rinviare, ma non sono stato eletto per questo».


Intanto il segretario della Cgil, Summa non ha lesinato critiche al sistema sanitario e in particolar modo è stato decisamente caustico sul San Carlo…
«Da un pò di tempo a questa parte Summa consegna la percezione di una rincorsa elettoralistica, sminuendo il ruolo che la Cgil ha sempre avuto di costruttiva proposta. Ho troppo stima della sua persona e del Sindacato, del quale contributo non mi priverei mai, in uno agli altri. Ma con tanta umiltà consiglierei di frenare la rincorsa. Nel tempo della crisi di rappresentanza rischierebbe di non aver risultati. Il San Carlo ci consegna numeri invidiabili in Italia per quantità e qualità di risposta alla domanda di salute; per innovazione tecnologica e qualità professionale. Penso per un attimo ai professionisti della neurochirurgia, alla cardiochirurgia ed emodinamica, alla chirurgia generale, la medicina generale e potrei andare oltre. Penso all’imminente inaugurazione del centro di radioterapia. Per cui mi sembra una polemica pretestuosa quella letta nei giorni scorsi, smentita dalle evidenze».
E sulla eventuale riconferma di Maglietta…
«La mia volontà è di farmi accompagnare fino a fine legislatura da Rocco Maglietta, che ritengo essere uno dei direttori più maturi che la Sanità ha espresso negli ultimi vent’anni, in grado di accompagnare il percorso di riforma delicato messo in campo, e che gode della mia incondizionata fiducia e stima. Allo stato, non scorgo problemi di legittimità ma verificherò».
Passiamo ad altro. Petrolio: è soddisfatto di come si sono sviluppate le cose sul Cova di Viggiano?
«Avrei voluto che la Basilicata non vivesse le ultime vicende sul Cova, ma tant’è. Abbiamo dimostrato però cosa significa avere un’Arpa che vigila e controlla; abbiamo dimostrato cosa significa avere rapporti seri e costruttivi col governo, in questo caso con il Ministero dell’Ambiente; abbiamo dimostrato di non piegarci e di essere severi nel rapporto con Eni. Abbiamo messo in campo azioni mai viste in vent’anni! Ricorda un’altra chiusura del Centro Oli? Mai, da quando è stato aperto; abbiamo comunicato quanto accadeva con la massima trasparenza e tempestività; ci hanno accusato di voler trivellare la Basilicata, ma da quando sono io governatore abbiamo negato ogni richiesta di permesso. Ed è la risposta più responsabile a chi ama il suo territorio, come me; o a chi di questo argomento fa oggetto di strumentale campagna politica».


Politica: per chi tifa per il congresso regionale Pd?
«Per chi tifo? Mi sembra di essermi già espresso nel recente passato quando ho provato a proporre Polese in assemblea regionale. Penso ci siano le condizioni politiche perché al congresso si raggiunga questo obiettivo».
Ancora politica: il rimpasto di Giunta è completo?
«La politica viaggia a velocità supersonica, per cui nulla può essere ritenuto inamovibile. Questo è un tempo che va vissuto senza furbizie ma con lucidità e velocità. Lì, dove scorgo compromessi al ribasso, reagisco accelerando e andando avanti per la mia strada. Quella che ha dai tempi delle primarie caratterizzato il mio agire politico».

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