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AVREBBE ARRECATO UN DANNO ERARIALE DI 688MILA EURO ALLA REGIONE

POTENZA. Giovanni Rivelli e il processo per l’accusa di danni erariali nei confronti della Regione Basilicata. Tutto rinviato a ottobre.

POTENZA. Giovanni Rivelli e il processo per l’accusa di danni erariali nei confronti della Regione Basilicata. Tutto rinviato a ottobre. L’udienza prevista oggi alla Corte dei Conti per il caso del radiogiornale regionale ha subito un rinvio a dopo l’estate. Sarebbe dovuto comparire in aula Giovanni Rivelli. Per questa vicenda gli è stato contestato un danno erariale di consistente entità: un buco nelle casse della Regione di 688mila euro. La genesi è da ricercare su un presunto raggiro relativo ad assunzioni di giornalisti estranei all’ufficio stampa dell’ente e alle dipendenze dello stesso, in spregio della legge, secondo l’accusa, che, invece, lo vieta. Dell’ufficio stampa Rivelli è stato direttore dal 2010 al 2014. Tutto è emerso a seguito di un esposto presentato a firma di Ottavio Frammartino, nel 2013, al Procuratore Regionale presso la Corte dei Conti. Nel documento Frammartino chiedeva di accertare se nei fatti esposti vi fossero elementi che deponessero per lo spreco di risorse e in caso positivo, per la giustizia, negativo per i cittadini, di procedere al recupero dei danni. È proprio Frammartino che ieri dice alla nostra redazione: «Sono rammaricato da questo ulteriore rinvio che è un colpo alla credibilità dello Stato. Credo che sia nell’interesse di tutti i cittadini che per i processi ci siano tempi brevi e, eventualmente, pene certe. Ho denunciato i fatti nel 2013, sono passati 4 anni. Ho fatto solo il mio dovere di cittadino attento a vigilare sugli sprechi di denaro pubblico che può essere scialacquato da certi soggetti che operano con cattive gestioni. Nel caso da me denunciato, se la Corte dei Conti lo accerterà con certezza, si tratterebbe di un enorme spreco di denaro pubblico. Si tratta di oltre mezzo milione di euro. Cosa che persino Rimborsopoli a confronto, considerando le singole posizioni degli imputati rispetto a quella di Rivelli, è una cosa che appare di poco conto. Spero, anche alla luce di quest’ultimo rinvio, che in un caso o in un altro si arriverà a una sentenza e non alla prescrizione». Esponendo la vicenda nei dettagli Frammartino ha spiegato di aver segnalato varie irregolarità relative al raggiro della legge che impone alle pubbliche amministrazioni di inserire in pianta organica il personale da adibire alle attività di informazione di comunicazione. «Nello specifico ho fornito alla Corte dei Conti una copia del contratto stipulato tra la Regione Basilicata, rappresentata dal signor Giovanni Rivelli e il Crel – consorzio radiofonico con sede in Sant’Arcangelo, avente per oggetto un contratto per la fornitura di servizi finalizzati alla produzione di un notiziario radiofonico ed altri servizi di informazione sull’attività istituzionale della Regione Basilicata. Bene, all’art. 3 di detto contratto è testualmente scritto che il radiogiornale ed i servizi di informazione di cui all’art. 1 del presente contratto saranno realizzati da sei giornalisti con contratto di lavoro giornalistico, di cui almeno quattro a tempo pieno e due con contratto part time non inferiore al 50% dell’orario, ai quali devono essere applicate le norme di disciplina dei contratti di lavoro giornalistico, che ai sensi dell’art. 30 del decreto legislativo del 2003, opereranno in qualità di redattori distaccati dell’editore Consorzio Crel presso la redazione dell’Agenzia “Basilicatanet” edita dalla Regione Basilicata, attestata all’Ufficio Stampa della Giunta Regionale”». «Il contratto in parola, – ha dichiarato Frammartino – realizzato ai sensi dell’art. 30 del decreto legislativo del 2003, è in contrasto con l’art. 1 della stessa legge il quale, con il 2° comma, dispone che il predetto decreto non trova applicazione per le pubbliche amministrazioni e per il loro personale. Ciò che è stato fatto non era possibile anche perché, un altro articolo chiarisce esplicitamente che le amministrazioni pubbliche individuano, nell’ambito delle proprie dotazioni organiche, il personale da adibire alle attività di informazione e di comunicazione. Ripeto, non era dunque possibile ricorrere a personale esterno. Poi ci sono altre questioni. C’è una clausola per esempio nel disciplinare della gara d’appalto che è stata violata. Per partecipare bisognava produrre alcuni documenti da allegare alla domanda, previa esclusione. Tutto questo non mi risulta sia stato prodotto nei tempi dovuti».

SalSan

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