Attualità

BLUFF PER IL CAPODANNO RAI IN REGIONE: SEI MILA EURO PER LE RADIO…”A LORO INSAPUTA”

Passi per i nuovi ‘ndranghetisti che, abbandonati gli stili dei predecessori coppola muniti, hanno messo le vesti dei colletti bianchi

Passi per i nuovi ‘ndranghetisti che, abbandonati gli stili dei predecessori coppola muniti, hanno messo le vesti dei colletti bianchi per mimetizzarsi e brigare con le istituzioni. Ma che la Regione Basilicata, dopo aver di fatto finanziato “a sua insaputa” una cosca, si lasci “fregare” anche da un tal di Castelluccio Inferiore (Pz) è cosa assai più grave. E così, capita che per il recente Capodanno Rai siano stati impegnati oltre sei mila euro – di soldi pubblici – per pianificare tutte le radio di Basilicata, “a loro insaputa”.
E già, perché l’affidamento diretto senza bando, come è normale e lecito aspettarsi, non è stato dato alle singole società editrici delle radio di Basilicata (giammai, troppo semplice e lineare) ma a una sconosciuta società avente sede a Castelluccio Inferiore. La sconosciuta società, oltre a non essere editrice di una radio nemmeno per sbaglio, pare abbia raccontato, con buona pace di chi gli ha creduto, alla Regione di essere detentrice dei «diritti esclusivi sugli spazi pubblicitari ed editoriali delle testate» radiofoniche di tutta la Basilicata, si legge nella determina sottoscritta da diversi dirigenti dell’ufficio all’uopo delegato del presidente Pittella.
E già qui la storia potrebbe considerarsi conclusa. Immaginare che il paesino di Castelluccio Inferiore, in epoca antica “frazione” del feudo di Ruggiero di Lauria (toh, che coincidenza!) ospiti la sede della società monopolista dell’emittenza lucana, è già di per sé una bella favoletta. Sarebbe come se, su scala nazionale, si possa credere che Mediaset, Rai e La 7, avessero un’unica sconosciuta società detentrice dei diritti esclusivi editoriali e pubblicitari avente sede a “quel paese”. Storie, sia la prima che la seconda, a cui non crederebbe neanche un bambino. Entrambe sono “fattarelli” smaccatamente falsi. Peccato che alla prima, però, ha creduto tutto il gotha dei dirigenti che il presidente Pittella ha fortemente voluto in cabina di regia. Roba che se minimamente avesse un fondo di verità, dovrebbe immediatamente far “saltare la testa” di Pitruzzella, capo dell’Antitrust. Ma i fatti, per la tranquillità di Pitruzzella, sono falsi. Al punto che interrogate alcune delle emittenti radiofoniche sulle quali il messaggio pagato dalla Regione sarebbe dovuto andare in onda, queste hanno risposto di non conoscere proprio la società di Castelluccio. Altre ancora, di non aver mai messo in onda nessuno spot per il Capodanno Rai, non avendo ricevuto nessun ordine né dalla Regione, né dalla società di Castelluccio Inferiore.
In alcuni casi ci è stato risposto «sì, abbiamo ricevuto una commessa per qualche decina d’euro (si parla tra i 30 e 50 euro, al netto delle commissioni d’agenzia, ndr) da questa società di Castelluccio Inferiore che però si è qualificata come intermediaria del “cliente Rai” e non già della Regione Basilicata» E, infatti, nella storia c’è un inganno nell’inganno. La società che ha “beffato” via Verrastro, per dare almeno una parvenza di verità all’operazione, dopo aver ricevuto mandato dalla Regione per «la messa in onda di spot» su tutte le radio locali, ha contattato come «agenzia» alcune di esse, riferendo di avere una commessa dal «cliente Rai». Perché non ha detto alle radio che il cliente era la Regione? E’ facile intuirlo. Non avendo, come per legge, titolo a rappresentare le emittenti in Regione (è necessario avere la «concessione esclusiva sui contenuti editoriali e pubblicitari») per non destar sospetto ai veri editori, ha detto di essere, in sostanza, “un agente” per conto della Rai. Ma perché la Regione per pianificare tutte le radio locali di Basilicata non ha interpellato gli editori? Come ha potuto credere che uno sconosciuto soggetto di Castelluccio Inferiore fosse il ras editoriale delle emittenti radiofoniche lucane? Non è noto a questi signori quali siano le radio locali e i loro editori? Sulla base di quale comprovata documentazione hanno nella determina di pagamento datata 19 gennaio testualmente «dato atto che il soggetto è detentore dei diritti esclusivi»? Basta che chicchessia vada in Regione e dica di essere esclusivista di qualcosa per vedersi affidare, senza bando, ma come «unico fornitore» esistente sul mercato, commesse con soldi pubblici? E come ha assolto all’obbligo di rendicontazione il soggetto in questione, dato che è certo che alcune emittenti, non hanno trasmesso il messaggio pagato dalla Regione perché non commissionatogli?Domande a cui oggi è difficile dare una sensata risposta.
Almeno si spera che la determina venga cautelarmente sospesa e si facciano gli approfondimenti del caso. Diversamente, dall’incompetenza si sfocerebbe in situazioni ben più gravi.

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