Attualità

ANISAP-FEDERANISAP PREOCCUPATE PER LA SANITÀ PRIVATA LUCANA

Secondo l’ANISAP (Associazione Nazionale Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private) Basilicata oltre all’ex Clinica Luccioni e l’Aias di Potenza ci sono ulteriori situazioni

Secondo l’ANISAP (Associazione Nazionale Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private) Basilicata oltre all’ex Clinica Luccioni e l’Aias di Potenza ci sono ulteriori situazioni critiche che riguardano altre strutture private accreditate. Per l’ANISAP Basilicata i casi dell’ex Clinica Luccioni, impropriamente definita ospedale, realtà che invece implica diversa organizzazione e complessità, e quello dell’Aias, non solo del capoluogo di regione, sono proprio quelli più evidenti dell’incapacità, tutta politica, ad avere una visione della sanità meno legata ai soli interessi della stessa politica e più attenta ai bisogni della persona. «Occorre che tutte le crisi – afferma l’ANISAP Basilicata – vengano affrontate alla stessa maniera e con regole valide per tutti i soggetti coinvolti. Alla luce di ciò, la situazione della ex Clinica Luccioni va affrontata con molta serietà e alla luce delle responsabilità che hanno portato alle criticità odierne». «La politica dei due pesi e due misure è ancor più censurabile: non è corretto, ma soprattutto non è giusto rispetto alle tante strutture accreditate, che da sempre si sono adeguate a tutte le normative vigenti. Come – prosegue l’ANISAP Basilicata – non è giusto mettere a repentaglio i posti di lavoro della ex Clinica Luccioni e gli oltre 600 posti di lavoro delle strutture private accreditate, senza  un disegno univoco sul ruolo da assegnare al privato accreditato e lo spazio da riservare alla libera iniziativa, mettendo fine ai troppi provvedimenti negativi che incidono notevolmente sulle strutture accreditate, che dovrebbero essere integrate nel sistema di erogazione dei servizi sanitari ai cittadini. Tutti provvedimenti viziati da un presupposto assurdo, che vorrebbe correggere presunte situazioni di privilegio riguardanti strutture che, storicamente, hanno fornito servizi efficaci ed efficienti per conto del SSR». «Il Governo regionale, la politica, le istituzioni hanno il dovere di ripiegarsi sul tema, approfondirlo e trovare soluzioni adeguate, il più possibile condivise. Tanto più – fa sapere l’ANISAP Basilicata – alla vigilia del riordino del sistema sanitario regionale nel quale convivono gli ospedali, l’ex Clinica Luccioni, l’Aias e 65 strutture private accreditate. E si badi bene: nel riordino non si parla del destino della riabilitazione e delle strutture territoriali ad essa dedicata, che hanno una notevole incidenza sulla spesa sanitaria e che sfuggono continuamente ad un’attenta valutazione, in assenza dell’attivazione di un sistema di monitoraggio e controllo. Così, nell’ambito della revisione del numero di posti letto, mentre si programma una riduzione degli stessi, si pensa a costruire nuovi ospedali per acuti. Tutto sembra destinato al mantenimento dello status quo, con qualche piccola modifica». «La nuova sanità, che dovrebbe emergere dal processo di riforma regionale, dal nostro punto di vista – sostiene Antonio Flovilla, vice presidente nazionale FederAnisap  – ha bisogno di una seria e realistica riconversione del ruolo e delle funzioni dell’esistente, con precisa indicazione delle strutture e dei territori coinvolti. Per noi resta centrale l’integrazione a pieno titolo del sistema privato accreditato in quello pubblico di erogazione dei servizi e prestazioni sanitarie, di un suo possibile coinvolgimento nella riduzione delle liste di attesa e nella capacità di agire sul territorio per sopperire alle tante carenze del sistema pubblico, non viene nemmeno sfiorata». La sanità di Basilicata – aggiunge Flovilla, vice presidente nazionale FederAnisap – si trova ad affrontare due importanti sfide: l’innovazione e la sostenibilità finanziaria e strutturale del sistema. Solo una visione ampia che superi confini ristretti può considerare correttamente i benefici del settore della sanità e della salute dei cittadini anche in altri ambiti (economico, produttivo e sociale). L’evoluzione del nostro SSN non può prescindere da un approccio nuovo, più integrato, che va da una ri-definizione delle prestazioni e dei servizi offerti dal sistema e una riallocazione delle risorse disponibili in funzione delle priorità individuate, alla digitalizzazione delle attività e l’utilizzo delle informazioni per offrire ai pazienti servizi ad alto valore aggiunto. È tempo – conclude Flovilla –  di assumere decisioni che abbiano una strategia univoca sia per i reparti e le prestazioni di ospedali da riconvertire sia per la riabilitazione che per tutte le altre strutture di prevenzione, diagnosi e cura».

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