Attualità

DA SANREMO AL CANTAGIRO, DA PIEDIGROTTA A CANZONISSIMA

Il 7 dicembre del 1944 nasce a Fiumara (RC) Mino Reitano, cantautore e musicista morto nel gennaio del 2009. Ricorre

Il 7 dicembre del 1944 nasce a Fiumara (RC) Mino Reitano, cantautore e musicista morto nel gennaio del 2009. Ricorre quindi in questi giorni il settantaduesimo anniversario della sua nascita. Mino Reitano non ebbe una infanzia facile perchè perse la madre quando aveva appena due anni ed insieme ai suoi undici fratelli conobbe l’indigenza vera, quella che mette a dura prova ogni persona ma anche quella che fortifica il carattere e insegna a distinguere le essenzialità della vita. Il padre, ferroviere, aveva il pallino della musica, suonava il clarinetto e dirigeva la banda del paese per cui Beniamino, il vero nome di Mino datogli dal padre in onore del grande Beniamino Gigli, crebbe immerso nella musica sino a frequentare per otto anni il Conservatorio di Reggio Calabria dove imparò in maniera professionale a suonare il pianoforte, la tromba ed il violino.  Ma la povertà non è amica dei sogni per cui fu costretto con i suoi fratelli ad emigrare in Germania ma anche in questo caso la musica gli venne in soccorso. Con i fratelli formò una band e riuscì in breve ad avere un buon successo dopo una dura gavetta fatta di partecipazioni musicali a matrimoni ed avvenimenti simili. Incise alcuni dischi in inglese ed in tedesco, tra cui “My way” di Sinatra, ed entrò in contatto persino con i Beatles che ancora non erano diventati la band più famosa di tutti i tempi. Con i quattro di Liverpool ebbe un intenso periodo di comunione musicale perché entrambe le band suonavano nello stesso locale e si alternavano con pezzi già di successo o con altri di propria composizione. Ma la nostalgia per l’Italia era grandissima così, era l’anno 1968, mandò un provino alla Ricordi che subito lo scritturò e quella canzone, “Aveva un cuore” divenne in breve tempo un successo strepitoso vendendo oltre un milione di copie. Dei miei vent’anni/che me ne faccio se questo mondo/mi lascia indietro. Subito dopo bissò il successo con la canzone “Una chitarra cento illusioni” che vendette più o meno lo stesso numero di dischi della precedente. Oggi che la vita/mi può dare tanto mi sto accorgendo/che non ho niente: Tu non sei più con me 

Ormai era diventato una star del panorama musicale italiano e la sua indole semplice e buona gli permise di avere amicizie vere in un mondo che non sempre ha rapporti sinceri e di affetto. Fu buon amico di Battisti, Celentano, Morandi, Ranieri e questi cantanti, fatto salvo per Battisti scomparso prima, sono rimasti al suo fianco finchè è vissuto. Lasciato un po’ in disparte per lungo tempo perché ritenuto un sempliciotto e quindi poco adatto al mondo sofisticato della tv italiana, Mino Reitano continua la sua strada di cantante ed autore e scrive molte canzoni per se e per altri colleghi. Una sua composizione, scritta per Ornella Vanoni, diventa un successo mondiale e sarà tradotto in molte lingue e ripresa da altri cantanti famosi. Si tratta di “Una ragione di più” una bellissima canzone sia come testo che come musica.

Certo, le mie mani/ti vorranno ancora/ma ci sarà chi me le tiene.
Oggi e domani/e poi domani ancora/finché il mio cuore ce la fa.

Nel 1988 riesce a ritornare a Sanremo con il brano Italia, scritto da Umberto Balsamo. Con questa canzone, che esprime in maniera appassionata l’amore di Reitano per il suo Paese, arriva solo sesto ma il pezzo è particolarmente apprezzato dal pubblico e sarà destinato a diventare un evergreen della musica italiana. Mino viveva con la sua famiglia e quelle dei suoi fratelli, quasi cinquanta persone, ad Agrate Brianza dove aveva fondato il Villaggio Reitano. La sua vita semplice, quasi contadina, fatta di buoni sentimenti e di grande umiltà così come il suo ingenuo ma sano patriottismo, nato dal suo passato di emigrante, furono a lungo derisi dai mass media e lui ne soffriva molto anche se non ha mai reagito a tanta cattiveria anzi ha sempre contrapposto ad essa la sua sana e spontanea simpatia. Amava tanto anche il suo paese natio a cui dedicò una bellissima canzone, “Gente di Fiumara”. “Nido dolce d’acqua chiara che il mondo non mi dà”                     “Bevo ai vent’anni, bevo all’amor e alla ragazza che prese il mio cuor”. Una commovente dichiarazione d’amore per il suo paese, la sua gente. Ed una ulteriore conferma di questo infinito amore per la sua terra è un’altra sua bella canzone, “Calabria mia”. Calabria mia/simu malati d’amuri/simu malati. Comu sti mandulini e sti chitarri/chjangi stu cori di nostalgia, chjangi pè tia Calabria mia. Possiamo a buon diritto inserire Mino tra le icone della musica nazional-popolare, quella del popolo, quella del senso romantico della vita, la musica che nasce dal cuore e là ritorna dopo aver percorso tutti i sentieri della famiglia, della patria, della casa. Come avviene spesso in Italia, caso emblematico quello di Mia Martini o nel cinema con Totò, Mino Reitano è stato giustamente rivalutato dopo la sua morte e, altro vezzo italiano, quella stampa che lo aveva deriso negli anni radical chic, decenni ’80 e ’90, lo ha raccontato postumo come un degno rappresentante della musica italiana verace, quella senza puzza al naso, quella che racconta le proprie emozioni senza remora e senza vergogna

                                                                                              Sebastiano Zirpoli

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