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CONTRO IL CAPORALATO: FIRMATO L’ACCORDO

Firmato nella Prefettura di Potenza l’accordo quadro per il contrasto al caporalato. Secondo i segretari regionali Flai Cgil Basilicata, Vincenzo Esposito,

Firmato nella Prefettura di Potenza l’accordo quadro per il contrasto al caporalato. Secondo i segretari regionali Flai Cgil Basilicata, Vincenzo Esposito, Fai Cisl Basilicata Antonio Lapadula e Uila Uil Basilicata Gerardo Nardiello, nell’esprimere grande soddisfazione considerano il documento un grande passo in avanti per il rispristino della legalità in un settore produttivo fondamentale per la regione. «Come sindacati – dichiarano i segretari –  ci impegniamo sin d’ora a rendere immediatamente attuativo l’accordo che, insieme alla recente approvazione delle legge nazionale contro il caporalato, permetteranno finalmente di ripristinare la legalità in un settore produttivo di fondamentale importanza per la Basilicata. L’accordo  – continuano – prevede delle misure importanti in termini di accoglienza, assistenza sanitaria, trasporti, politiche di integrazione attive, reclutamento delle forze lavoro, controlli e risorse finanziarie attraverso le quali, se recepite e applicate, si metterà la parola fine a situazioni ghetto come quella di Boreano (Venosa)». Con il protocollo la Regione si impegna a verificare la possibilità di utilizzo di aree o immobili di proprietà pubblica da destinare all’accoglienza dei lavoratori immigrati e, previa indicazione delle risorse economiche messe a disposizione dai Ministeri firmatari del protocollo nazionale, si impegna ad allestire apposite strutture per garantire l’ospitalità dei lavoratori stagionali migranti e per il superamento e il definitivo smantellamento degli insediamenti abusivi. «Per quanto riguarda l’aspetto sanitario – sostengono i sindacati -, la Regione Basilicata in collaborazione con le aziende sanitarie locali, si impegna ad attivare in ciascuna struttura di ospitalità un presidio medico-sanitario al fine di assicurare interventi di prevenzione e di primo soccorso. Altro aspetto importante, è l’apertura di uno sportello dei centri per l’impiego nelle strutture di accoglienza e, in collaborazione con le società dei traporti locali, l’istituzione di servizi di trasporto gratuito per i lavoratori agricoli stagionali, previa dimostrazione del contratto di lavoro». I ministeri firmatari del Protocollo nazionale si impegnano a finanziare anche con proprie risorse ordinarie gli interventi urgenti e immediati per la realizzazione delle strutture di ospitalità  nelle province di Potenza e Matera, nella misura di almeno 2 milioni di euro. La Regione Basilicata si impegna a finanziare con proprie risorse e per un importo massimo di 300 mila i costi di gestione delle strutture di ospitalità per i lavoratori migranti stagiona, i costi relativi alle attività di assistenza sanitaria nelle strutture di ospitalità, i costi relativi alla campagna di informazione sui diritti dei migranti in ambito lavorativo, l’erogazione di contributi per promuovere progetti che con la partecipazione dei comuni, delle società di trasporti locali, delle associazioni di volontariato e di cittadinanza attiva, prevedano la erogazione del servizio di trasporto a favore dei lavoratori agricoli stagionali, l’erogazione di contributi per le aziende agricole aderenti alla rete del lavoro agricolo di qualità, che si dotino di proprie strutture di accoglienza e forniscano servizi essenziali, gratuitamente, ai lavoratori occupati. Secondo il governatore della Basilicata Marcello Pittella «La Basilicata conferma di essere una regione laboratorio per la lotta al caporalato». L’accordo quadro attuativo del Protocollo sperimentale nazionale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura “Cura, legalità, uscita dal ghetto” è stato sottoscritto dai rappresentanti delle prefetture di Potenza e Matera, dalle forze dell’ordine, dall’Asl, dalla Direzione territoriale del lavoro, dei sindacati e dalle organizzazioni di categoria e del terzo settore. Prevede interventi per l’accoglienza, per l’assistenza sanitaria, per il lavoro, per il trasporto e per l’integrazione dei migranti che lavorano nei campi del Potentino, in particolare di quelli della zona del Vulture-Melfese e dell’Alto Bradano.

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