Politica

RAPPORTO SVIMEZ: I COMMENTI DELLA POLITICA E DEL SINDACATO

«Dopo sette anni di crisi ininterrotta il Sud registra da un anno timidi segnali, positivi e generalizzati, di crescita. Sono

«Dopo sette anni di crisi ininterrotta il Sud registra da un anno timidi segnali, positivi e generalizzati, di crescita. Sono però segnali, se ripresa è, siamo solo all’inizio». Così il consigliere regionale del Pd, Vito Santarsiero, oggi a Roma alla presentazione del  “Rapporto Svimez 2016 sull’Economia del Mezzogiorno”. «Se infatti è positiva la ripresa in settori come agricoltura e turismo – aggiunge – nonché l’aumento di occupati, restano gravi ritardi e persistenti fragilità. Resta una disoccupazione complessiva alta e ancora sotto la soglia (che è anche psicologica) dei 6 mln di occupati, come resta una povertà crescente ed una bassa qualità degli investimenti. Nel Sud si è perso il 30 per cento della capacità produttiva rispetto al 2008 e vi è una enorme sottoutilizzazione del capitale umano, solo un laureato su tre lavora contro oltre il 70 per cento della media europea, come restano gravi le carenze di infrastrutture e di servizi». Secondo Santarsiero, occorre un lavoro straordinario, servono politiche poderose, sia di tutela sociale che di sviluppo. Santarsiero continua: «Sono indubbiamente novità positive e riconosciute il Masterplan e i Patti per il Sud sia per la importante mole di risorse, sia per le aree tematiche individuate, sia per il coordinamento strategico tra coesione nazionale e coesione europea, occorre però coniugare tutto ciò con obiettivi ambiziosi».
«Le indicazioni che vengono dal Rapporto Svimez su Matera 2019 con l’esempio più che significativo – se si  investisse in cultura al Sud quanto già avviene nel Centro-Nord, l’occupazione crescerebbe, in tutte le regioni meridionali, di circa 200 mila unità, di cui 90 mila laureati – ci devono stimolare ad alzare la qualità dell’iniziativa politico-istituzionale perché le potenzialità di ‘Matera 2019’ vanno ben oltre i confini della città, riguardando l’intera regione ed  una più ampia area del Sud». E’ il commento del vice presidente del Consiglio regionale, Paolo Castelluccio, per il quale «al tavolo permanente a cui sta lavorando il ministro Franceschini, la Regione deve arrivare con idee ben chiare. Per questo – dice Castelluccio – il lavoro incalzante dell’on. Cosimo Latronico,  a 360 gradi, nel senso di inglobare le questioni infrastrutturali, ha bisogno di una sponda di sostegno anche in Consiglio regionale per accelerare i tempi del Governo e perché finalmente al tavolo permanente siano prioritariamente precisati tempi di progettazione e risorse finanziarie». Secondo Castelluccio, è la Svimez nel capitolo del Rapporto dedicato a Matera a rilevare che è necessaria un’iniezione di fiducia, supportata da precise e coerenti politiche pubbliche nazionali e locali, per rilanciare il processo di sviluppo regionale, per rendere il territorio maggiormente attrattivo all’insediamento di nuove attività produttive, coltivando le potenziali ricadute intersettoriali e che per l’allargamento delle potenzialità di questo percorso all’intera area regionale, acquista un valore decisivo lo sviluppo infrastrutturale e l’accessibilità del territorio.
«Alla presentazione del rapporto Svimez 2016 si conferma il quadro economico anticipato nello scorso giugno, con timidi segnali positivi ma non ancora in grado di invertire la rotta, a maggior ragione dentro un generale difetto di strategia nazionale» è quanto fa sapere Summa in una nota stampa inviata dall’incontro sulla presentazione dei dati Svimez 2016. «In una criticità complessiva, in cui la ripresa in Italia è più lenta che nel resto d’Europa, il Sud cresce più del centro nord, si interrompe la recessione, ma si evidenzia la debolezza strutturale e la fortissima emergenza sociale. Per poter recuperare un livello di crescita raffrontabile al 2007, il sud dovrebbe crescere del 2,7% rispetto allo 0,3% attuale almeno per sparare di recuperare entro il 2020 gli stessi livelli occupazionali. In particolare il sud denota una inoccupazione strutturale, ancor più preoccupante se si guarda alle difficoltà complessive dell’Italia e della perdita di occupazione e di prodotto degli anni precedenti (2008-2015). Per ciò che riguarda il mercato del lavoro aumenta di molto il part time, la decontribuzione ha piuttosto spinto di qualche decimo il tasso di occupazione ma non serve a far cambiare comportamento delle imprese ed a favorire l’ingresso dei giovani». Il basso tasso di proseguimento dalla scuola all’università favorisce tra i giovani l’idea che non serva investire in formazione. Secondo Summa, si disinveste sull’università, problema maggiore al sud e che sollecita una riflessione anche sul ruolo della nostra università e cresce il numero dei working poor, con un alto rischio di povertà per i giovani laureati. «Il tema della spesa pubblica e degli investimenti dimostrano la stretta connessione tra investimenti e occupazione – chiude summa – il precedente ciclo della programmazione 2006/2013 ci consegna un quadro di criticità, come è noto, e per questo è indispensabile utilizzare al meglio le risorse comunitarie della programmazione 2014 /2020. Risorse che vanno orientate esclusivamente su investimenti ed infrastrutture, in una logica di aggiuntività delle risorse e non di sostitutività. I patti tra regione e governo vanno invece inseriti in una logica di coordinamento tra regione e governo affinché si declinino politiche strategiche per lo sviluppo del Mezzogiorno. Il Mezzogiorno è una grande sfida, circa 20 milioni di persone e un terzo del paese e senza la crescita del Mezzogiorno non c’è crescita per l’intero paese. In tal senso bisognerà orientare e riequilibrare la spesa in conto capitale, oltreché dare attuazione alla perequazione fiscale della legge 42 del 2009».

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