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IL PUNTO DI PISTONE: IL TERRORISMO ISLAMISTA È ESTRANEO AL CORANO

Le vicende degli ultimi tempi hanno riaperto un’antica ferita: il tentativo di islamizzare l’Occidente. Inutile citare fatti storici per ricordare

Le vicende degli ultimi tempi hanno riaperto un’antica ferita: il tentativo di islamizzare l’Occidente. Inutile citare fatti storici per ricordare lo scontro che vi fu tra due religioni e, come lo erano nei secoli scorsi, tra due teocrazie. Oggi delle due è rimasta quella che affonda il proprio ordinamento giuridico nel Corano. Tant’è che il peccato, che dovrebbe riguardare l’uomo nella sua spiritualità, è punito con pene da Stati che fanno dei dettami del “profeta” Maometto le norme per regolamentare la vita dei propri cittadini. Dicitur: ognuno a casa sua fa ciò che vuole. Vero. Però, si può disapprovare tali norme giuridico-religiose che non esitano a privare l’uomo della vita per comportamenti che in Occidente trovano piena garanzia. La Dichiarazione universale dei diritti umani resta ancora un sogno non solo nei Paesi mediorientali. In tutto il mondo gli individui sono torturati e maltrattati in 81 Paesi, i processi iniqui avvengono in 51 Stati e la libertà di espressione è limitata in altri 77. Sicuramente l’islamizzazione avverrà. Lo evidenziano i numeri delle popolazioni interessate da questo confronto. Secondo molti musulmani la differenza tra gli uomini è nel chi segue i precetti dell’islam e chi non lo fa. Concezione errata. Il problema oggi, però, è il terrorismo islamista. E’ necessario tracciare un identikit sociale del terrorista nostrano. In Europa, ad esempio, di solito è un musulmano di seconda generazione. Vive tra noi, spesso ha le stesse nostre abitudini, e a un certo punto si radicalizza. E in questo parte della colpa è della nostra società che ha generato dei ghetti. Luoghi dove, ad esempio, la mente degli attentati di Parigi, Salah, ha trovato la copertura di amici e parenti (tutti islamici). Fiancheggiatori che noi italiani abbiamo conosciuto e debellato durante gli anni di piombo. Altro elemento non trascurabile gli infiltrati tra i migranti che giungono in Europa. I servizi italiani stanno però facendo un bel lavoro nel neutralizzare queste cellule.  Ma è possibile sconfiggere Da’esh e tutte le errate e strumentalizzate interpretazioni della shari’ha? Lo si può fare con lo stesso Corano che offre gli anticorpi. Occorre riscoprire i versi più antichi, quelli del periodo “meccano”, per riformare la religione e opporla ai movimenti estremisti che trovano, a loro dire, nel testo la giustificazione delle loro azioni. Prima cosa: il jihad non ammette il terrorismo. E’ necessario sviluppare l’esegesi coranica in senso ermeneutico in modo da ritrovare l’intenzione etica nel testo letterale che va contestualizzato. Passiamo a leggere alcuni passi del Corano. «… chiunque uccida un uomo, che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità (Corano Al-Ma’ida 5,32). In verità coloro che credono, siano essi giudei, nazareni o sabei, in Allah e nell’ultimo giorno e compiono il bene riceveranno il compenso presso il loro Signore. Non avranno nulla da temere e non saranno afflitti (Corano Al-Baqara 2,62)… Chi poi perdona, e fa pace fra sé e l’avversario, gliene sarà mercede Iddio, perché Dio non ama gli iniqui (Corano Ash-Shura 42,40). E fate il bene poiché Dio ama chi fa del bene (Corano al-Baqara 2,195)». E, infine: «Oh voi che credete! V’ingaggiate nella via di Dio, state bene attenti e non dite a chi vi porge il saluto di pace, tu non sei credente. Presso Dio c’è bottino abbondante (4,94)». Anche sull’autenticità della famosa risposta data da Maometto su quale città sarebbe stata conquistata prima tra Roma e Costantinopoli (egli avrebbe risposto Costantinopoli) non v’è alcuna certezza. Come sono dubbie molte altre sentenze, eppure molti musulmani vi prestano fede, vagheggiando di diffondere la loro fede nel loro Paese di adozione. «Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione e che non vi hanno scacciato dalle vostre case, poiché Allah ama coloro che si comportano con equità» (Corano medinese Al-Mumtahanah 60,8).  E qui si potrebbe dire: cosa ha fatto l’Occidente in passato nei paesi arabi? La storia lo ricorda a tutti. Chi segue e appoggia lo Stato islamico, dunque, segue una deviante interpretazione del jihad che mira a diffondere l’islam fuori dal proprio territorio.  La strumentalizzazione delle fonti sacre avvicina il modus operandi di questi criminali al pensiero wahabita, ostile verso i non musulmani e anche verso sciiti e sufi, che si è diffuso in Arabia, Qatar ed Emirati Arabi. Tutti alleati di Nato e Usa: Stati-canaglia che servono all’Occidente. Una contraddizione non nuova leggendo la storia. Il confine tra bene e male continua a essere una sottile linea grigia che varia a seconda di come si evolvono i fattori di geopolitica. Basta osservare come vengono trattati i curdi che da salvatori, finché c’era da combattere l’Is, ora vengono bombardati e la Turchia, con il “democratico” Erdogan, è in prima fila. Personalmente sono favorevole alla costituzione di un grande Stato curdo autonomo e indipendente e nettamente contrario alle teocrazie. Intanto aumentano gli allarmi. Secondo Magdi Allam, l’Europa sta subendo la strategia di genocidio eugenetico profetizzata dal conte Richard Nikolaus: «Le razze e le caste di oggi saranno vittime del crescente superamento di spazio, tempo e pregiudizio. La razza del futuro, simile in aspetto a quella dell’Egitto antico, rimpiazzerà la molteplicità dei popoli con una molteplicità di personalità». E’ anche vero, però, come sostenuto da Emma Bonino, che il vecchio continente vive un calo demografico importantissimo. Per il 2050, cioè a breve, avrà bisogno di 50 milioni di immigrati per sostenere il proprio sistema di welfare e pensionistico. E allora: do ut des.

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