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ARTIGIANATO: CINQUE LEVE PER IL SUD

Turismo, innovazione, agrifood, export, green sono le cinque leve per offrire alle piccole imprese del Sud significative occasioni di sviluppo.

Turismo, innovazione, agrifood, export, green sono le cinque leve per offrire alle piccole imprese del Sud significative occasioni di sviluppo. Lo ha sostenuto Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno aprendo i lavori della Convention Mezzogiorno 2016, appuntamento biennale organizzato da Confartigianato per analizzare le politiche di sviluppo nelle regioni meridionali, far emergere il protagonismo dell’artigianato e delle piccole imprese, approfondire contraddizioni, difficoltà, risorse del Sud. Nonostante tutto – ha detto Gentile –  il Sud è vivo! Questa è l’impronta che abbiamo voluto dare in questi anni di mandato alla delega per il Mezzogiorno: partire dalle forze vive dei nostri territori per dare impulso a politiche che, più di ogni altra cosa, ci fornissero possibilità reale e concreta di sviluppare una nostra “progettualità” condivisa a beneficio ultimo delle imprese del Mezzogiorno; non solo quindi “una politica per il Mezzogiorno”, ma soprattutto un “Progetto”. Abbiamo così affiancato, passo passo, lo sforzo di tutto il Sistema per affermare il “valore artigiano”, reinterpretando il valore della persona e delle competenze oltre alla capacità di personalizzare ogni produzione; una formula che racchiude un capitale di saper fare, curiosità, capacità distintive, forza del territorio, che deve essere valorizzato, ammodernato e soprattutto reso trasmissibile alle nuove generazioni. Dentro al “valore artigiano” reinterpretato, quindi, ci sono le cinque leve che abbiamo indicato nel titolo di questa nostra Convention. La nostra proposta, dunque, non è quella della rassegnazione, né quella della retorica delle occasioni perse o di un futuro che non vedremo mai: il nostro è il Sud che rimane vivo e che progetta il futuro. Il presupposto da cui si può ripartire – ha aggiunto – è assumere la consapevolezza che c’è ancora un utilizzo scarso e insufficiente delle risorse più importanti che il SUD possiede: quelle naturali, ambientali, storico-culturali, che rappresentano fattori di attrazione turistica, di creazione d’impresa e di nuovi posti di lavoro e, non da ultimo, di miglioramento della qualità della vita per la popolazione; le produzioni tipiche del territorio meridionale, prime fra tutte quelle dell’agricoltura, dell’industria agroalimentare e dell’artigianato, ancora poco presenti sui mercati nazionali ed internazionali; le risorse umane, caratterizzate da una rilevante presenza di profili professionali ad alto livello di scolarizzazione, ma anche da un tasso di occupazione tra i più bassi d’Europa; una maggiore vitalità imprenditoriale frenata tuttavia dal peso eccessivo dei costi e dei tempi amministrativi e dalle carenze della strumentazione di sostegno; il posizionamento strategico al centro del bacino del Mediterraneo, non valorizzato dalla insufficiente dotazione infrastrutturale e logistica; la crescita di una rete di relazioni cooperative tra attori pubblici, privati, associazionismo diffuso, attraverso i Patti territoriali, i contratti d’Area, i PIT. Per essere parte integrante di una proposta credibile, tuttavia – ha sostenuto Gentile –  abbiamo bisogno di qualificare le nostre competenze e di mettere a disposizione non soltanto il nostro patrimonio imprenditoriale e produttivo, ma anche la creatività progettuale: dobbiamo proporre una nuova concezione sostenibile del produrre, fortemente contaminata dalle nuove tecnologie, ponendoci con forza come alfieri del concetto di “manifattura 4.0”, che forse più che in altri contesti, può assumere una valenza fortemente strategica soprattutto nelle aree meridionali. Secondo la vice presidente nazionale di Confartigianato per contribuire all’accelerazione della trasformazione del Mezzogiorno in un’economia competitiva ad alta occupazione non è necessaria una rivoluzione, ma una rinnovata attenzione alle capacità naturali che il mercato può esprimere. Al Sud serve un moderno progetto riformatore che consenta sia di utilizzare al meglio le risorse disponibili che di ridurre gli sprechi e liberare, così, nuove risorse. Bisogna agire con interventi che consentano di superare l’approccio clientelistico con interventi in grado di agire sulla responsabilizzazione e il coinvolgimento degli attori interessati. Bisogna rendere più efficace il potere di decisione, soprattutto nel rapporto tra gli enti locali, superando i limiti della frammentazione. Occorrono interventi straordinari per lo sviluppo dei saperi. Interventi per realizzare una formazione efficace, per la diffusione della conoscenza, per creare un rapporto stabile e duraturo tra il mondo della formazione e della ricerca e il mondo dell’impresa.

 

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