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INSIEME ALLA CARD CARBURANTI AUMENTANO I LISTINI IN PARTICOLARE DI ENI-AGIP

«Strana coincidenza quella dei ritocchi in alto nelle stazione di servizio della regione, in particolare Eni-Agip, dei prezzi dei carburanti

«Strana coincidenza quella dei ritocchi in alto nelle stazione di servizio della regione, in particolare Eni-Agip, dei prezzi dei carburanti alla pompa in concomitanza con la ricarica della card carburanti. Lo afferma il Csail che ha monitorato i listini Eni sul territorio lucano: la benzina varia da 1,499 euro a 1,519 e vede la Basilicata al13esimo posto nella graduatoria delle regioni (a partire dai primi posti di  quelle più economiche); il diesel da 1,339 a 1,369 (15esima); il gpl da 0,569 a 0,582 (decima); il metano da 0,985 a 1,018 (13esima)» Questa la denuncia di Filippo Massaro, portavoce del Csail che aggiunge: «A questo si aggiunge la forte disparità tra self service e sovraprezzo per il servito – mediamente 8,8 centesimi di euro in più al litro per la benzina e 9,1 centesimi di euro in più al litro per il gasolio – imposto dall’Eni, azienda leader del mercato sia in termini di quota mercato (oltre 25%), sia in termini di punti vendita (poco meno del 20%), oltreché essere saldamente sotto il controllo del Governo (30% del pacchetto azionario di proprietà della Cassa Deposito e Prestiti). Il caro carburante con oscillazioni di prezzo quotidiane e variazioni consistenti tra i vari loghi – continua – è ancora più incomprensibile in Val d’Agri e rafforza – commenta Massaro – la nostra proposta di Zona franca che riducendo il costo dei carburanti alla pompa in Val d’Agri ci sgravi delle accise, vale a dire sia un beneficio diretto e perenne per gli automobilisti residenti nel comprensorio del petrolio. Nelle stazioni della Val d’Agri a pochi chilometri dal Centro Oli di Viggiano i prezzi alla pompa sono superiori a quelli che si registrano altrove e che spingono molti automobilisti a fare il pieno nel salernitano. Sono sempre le accise a pesare sul costo finale. Si tratta di balzelli anacronistici, introdotti per finanziare guerre ed emergenze e mai eliminati, al punto da pesare per 0,50 euro su ogni litro di carburante, considerata anche l’Iva. Le tasse, stando alle rilevazioni di Assopetroli-Assoenergia, rappresentano in Italia il 64,45% del prezzo finale della benzina, una quota che nella media europea si attesta invece al 58%.  Rinnoviamo pertanto un appello ai cittadini e ai parlamentari di tutti i partiti affinché si costituisca un fronte comune per chiedere al Governo una sensibile riduzione delle accise, volta a ridurre da noi il costo del carburante alla pompa per renderlo più sostenibile per famiglie ed imprese, e a compensazione dei gravissimi danni procurati dal Centro Oli Eni di Viggiano all’ambiente all’economia e alla salute dei cittadini».
Il risparmio nei distributori “no logo” è stimato mediamente intorno agli 11-15 centesimi da Federconsumatori e Adusbef, che parlano di «132 euro all’anno in meno sui pieni di carburante». Il problema, segnalano le associazioni dei consumatori, è che «questi impianti sono ancora troppo poco diffusi sul territorio nazionale: appena il 5% circa dell’intera rete di distribuzione, percentuale che per incidere maggiormente sulle tasche degli automobilisti dovrebbe crescere almeno al 15%. E’ evidente che la ricarica della card carburante in questi giorni – conclude Massaro – ha tutto il significato di una beffa: da una mano Governo e compagnie elargiscono e dall’altra si riprendono.

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