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IL PUNTO DI PETRULLO: IMMIGRAZIONE PER SVERNARE?

E se ieri abbiamo parlato di emigrazione, ritenuta una vera piaga per la Basilicata (ma sarà poi così?), oggi parliamo

petrulloE se ieri abbiamo parlato di emigrazione, ritenuta una vera piaga per la Basilicata (ma sarà poi così?), oggi parliamo di immigrazione. Il fronte delle entrate e delle uscite a riguardo pare in netto favore delle entrate. Le nostre città hanno assunto le sembianze di una capitale con la differenza, non di poco conto, che i neri da noi non sono per nulla integrati e stazionano davanti ai supermercati o bighellonano per la città. Pittella è per l’accoglienza che abbatte i muri, ed è ammirevole in questo slancio di solidarietà, anche se coniuga l’ideale in maniera alquanto bislacca. E’, infatti, mai accoglienza ospitare tanta gente non facendole fare niente? Costituisce integrazione riceverli presso case cosiddette di accoglienza (business del momento) e non restituire dignità con un lavoro, una occupazione, un reddito? I nostri, e lo dicevamo ieri, vanno via per lavorare, ad alto o a basso livello, gli immigrati vengono per svernare, sembra. La popolazione lucana, a lungo andare, cambierà caratteristiche ma, a ben pensarci, non cambierà modus vivendi. Nei nostri piccoli centri, infatti, tanti giovani vivono grazie alle pensioni di genitori e nonni, gli immigrati, non potendo contare sulle pensioni familiari, ottengono una minima prebenda. Insomma da assistenzialismo a assistenzialismo, senza passare dal via. Poveri prima e dopo. Nessun programma di integrazione, del resto, sarebbe possibile se non riusciamo a integrare neanche i nostri figli. Ma almeno ci stiamo ripopolando. Forse questo intende il governatore. Il suo motto potrebbe essere “Venite tutti, che noi un piatto di pasta non lo neghiamo a nessuno”, che, come forma di integrazione e accoglienza non mi sembra il massimo, non foss’altro che per non calcolare le conseguenze nel medio e lungo periodo. Dai uno e prendi due o anche tre, sembra il secondo motto di Pittella. Impressiona la superficialità che traspare da politiche di questo tipo. Altrove, in Italia, gli immigrati, stanno cominciando a occuparli in lavori di pubblica utilità; insomma, come per gli imputati nei processi penali con la “messa alla prova”. Da noi ancora no. Ma forse ci arriveremo, riuscendo nella mirabile impresa di ricreare le condizioni per una moderna schiavitù. La schiavitù con gli ultimi aggiornamenti scaricati da internet, per dire. I lucani, comunque, sono realmente accoglienti e questo fa loro onore. Del resto la comunità di immigrati, che si allarga sempre più, non sembra dare segnali di pericolosità, riuscendo a presidiare quasi tutte le attività commerciali e lasciando ai locali, o indigeni, il monopolio dei reati bagattellari che si stanno verificando, appunto, presso i centri commerciali in questi giorni. E torniamo alle questioni di sempre: la politica per slogan e senza un serio e lungimirante progetto. Ma un egiziano è arrivato e, promettendo la fine della guerra fra i poveri (grazie per il riconoscimento) promette un futuro roseo. Non gli è riuscito di comprare le isole greche, magari gli riesce di comprare parte della Basilicata. Il Sindaco Pittella, come lo ha definito, ha allungato le orecchie e lo ha accolto (così dice, ma ci mancherebbe, Pittella accoglie magnificamente, come dicevamo) con calore. Vedremo gli sviluppi. Magari una piramide in zona Fiat non sarebbe niente male.

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