Attualità

CARITAS: «PIÙ FAMIGLIE LUCANE A RISCHIO POVERTÀ»

Ai centri Caritas si rivolgono più italiani che stranieri ed è ancora squilibrata la distribuzione dei rifugiati tra i comuni

Ai centri Caritas si rivolgono più italiani che stranieri ed è ancora squilibrata la distribuzione dei rifugiati tra i comuni e le regioni. È quanto emerge dal rapporto 2016 di Caritas italiana su povertà ed esclusione sociale dal titolo “Vasi comunicanti” pubblicato in occasione della Giornata internazionale contro la povertà. In Basilicata sonon presenti sei Caritas diocesane.

Per quanto riguarda i progetti 8xmille approvati da Caritas Italiana nel corso del 2015, quelli lucani approvati sono tre per un importo complessivo di 609 mila euro, a cui va aggiunta una compartecipazione economica delle diocesi interessate pari al 50%.

Il rapporto della Caritas italiana si sofferma molto sul sistema della cosiddetta macchina dell’accoglienza, «assolutamente sottodimensionato rispetto ad una realtà che in pochi anni ha visto aumentare esponenzialmente il numero dei richiedenti protezione internazionale». «I Comuni che accolgono si spingono spesso oltre le loro capacità» segnala la Caritas, mentre sul versante lucano si registra che la Basilicata è tra le regioni «dove l’accoglienza ha superato del 13,4% i posti disponibili, la distribuzione è molto squilibrata».

Per quanto riguarda i Presidi sul territorio in Basilicata «nel territorio del Vulture Alto-Bradano – si apprede dal rapporto – i Presìdi delle diocesi di Acerenza e Melfi-Rapolla-Venosa vivono, ormai da diverse stagioni, una presenza numericamente rilevante di migranti subsahariani che, durante il periodo della raccolta del pomodoro, popolano le campagne circostanti, vivendo in condizioni drammatiche, all’interno di casolari diroccati e fatiscenti».

Per questo la Caritas ha sottolineato l’importanza del rafforzamento delle attività di advocacy nei confronti delle istituzioni deputate alla gestione del fenomeno del caporalato. In tale ambito, finalizzato a una maggiore sinergia tra istituzioni locali e nazionali, nel rapporto viene richiamato il Protocollo sperimentale, firmato a maggio scorso, contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, dal titolo “Cura – legalità – Uscita dal ghetto”. Il Protocollo è stato siglato tra le Regioni Basilicatta e Puglia e il Ministero del Lavoro, il Ministero dell’Interno e il Ministero delle Politiche agricole, le regioni Puglia e Basilicata.

Sul fronte delle famiglie italiane «che dichia­rano di “non avere soldi per l’acquisto di cibo” in alcuni periodi dell’anno», la Caritas italiana ha sottolineato come «disaggregando il dato per macroregione si evidenziano evidenti differenze tra Settentrione e Meridione d’Ita­lia: nelle aree del Sud, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Abruzzo, se pri­ma della crisi viveva in situazioni di disagio il 6,7% delle famiglie, oggi si arriva al 12,6%». In pratica il numero dei nuclei familiari in situazioni di povertà è raddoppiato.

Ferdinando Moliterni

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